Il Museo Ferroviario Nazionale, inaugurato nel 1989, si trova a Pietrarsa, all'interno delle ex officine ferroviarie. Il luogo è straordinariamente suggestivo, per l'architettura industriale ottocentesca, per la splendida posizione sul mare, con una vista notevole sul golfo di Napoli, per il felice dialogo tra i mezzi esposti e la loro "casa".
Le officine nascono come espansione di una precedente officina per la costruzione di materiale meccanico e pirotecnico per uso militare, collocata a Torre Annunziata. La ricerca di una sede più spaziosa approda naturalmente a Pietrarsa, appena raggiunta dalla ferrovia Napoli-Portici (inaugurata nel 1839) e dove era disponibile un'area affacciata al mare: era così possibile sia il trasporto per nave che quello per ferrovia. Nel 1842 aprono le officine e già l'anno seguente lo stabilimento viene destinato anche alla costruzione e riparazione dei rotabili, oltre alle attività di fonderia e produzione di materiale militare e navale. Dopo l'unità d'Italia l'opificio continua ad operare sotto la gestione del governo e dopo la nazionalizzazione delle ferrovie cessano le altre produzioni e le officine vengono destinate alle grandi riparazioni delle macchine a vapore.
Col passare degli anni e l'affermarsi della trazione elettrica la necessità di queste lavorazioni diminuisce progressivamente e nel 1975 il sito viene chiuso. Ma le officine tornano a nuova vita con l'apertura del museo nel 1989. Negli ultimi anni il museo è passato in gestione alla Fondazione FS, che ne ha promosso le visite con un'offerta rinnovata.
La collezione è invece sostanzialmente la stessa del 1989 (a parte alcuni ingressi successivi, fra cui la "Tartaruga" prototipo E.444.001): mancano quindi le macchine più "moderne" ma comunque oggi storiche (ad es. E.636 e E.646). Un'ulteriore espansione della collezione sembra difficile, perchè ormai gli spazi sono abbastanza saturi: potrebbe essere lo spunto per un nuovo museo che affianchi Pietrarsa, dedicato alle generazioni successive di mezzi ferroviari...