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E.428.209  Costruite tra il 1934 e il 1943, le E.428 erano nate per soddisfare la richiesta di macchine veloci (150 km/h da progetto) in grado di trainare treni pesanti, poichè le carrozze a cassa metallica stavano sostituendo quelle in legno. Le prime serie avevano un disegno con avancorpi, poi sostituiti dalla cabina per migliorare la visibilità e l'aerodinamicità: la 209 fa parte della quarta e ultima serie, costruita tra il 1940 e il 1943 e definita "aerodinamica" per la bella linea filante e aggressiva. L'inquadratura attraverso l'arco che separa la caldareria dal padiglione macchine utensili inquadra la forma particolare del muso.
Le E.428 risentivano ancora delle scelte progettuali del trifase e della specifica di velocità particolarmente sfidante. In particolare l'eredità trifase si nota nella scelta di un rodiggio con due carrelli centrali a ruote grandi e motorizzati e due carrelli esterni a ruote piccole e solo portanti. La scelta delle ruote grandi, per raggiungere velocità elevate, insieme a una regolazione della trazione troppo poco graduale determinò forti problemi di slittamento, in buona parte risolti dalle modifiche successive. Inoltre il mezzo si rivelò molto aggressivo verso l'armamento, anche a causa della sua massa elevata (erano presenti otto motori) e della leggerezza dell'armamento dell'epoca, per cui la velocità massima fu ridotta a 130 km/h. Successivamente, la velocità fu ulteriormente ridotta a causa dei problemi di serpeggio, poi parzialmente risolti con l'introduzione degli smorzatori idraulici.
Nonostante queste problematiche, le E.428 rimasero le macchine di punta per i servizi rapidi per molti anni, entrando nell'immaginario collettivo come simbolo di velocità e potenza (comparvero anche in diversi film). Ma dagli anni '70 i servizi veloci furono progressivamente trasferiti alle E.444 e le E.428 vennero destinate ai merci, fino a cessare il servizio a fine anni '80. Oggi ne restano otto esemplari, di cui tre atti e utilizzati per treni storici.
Varietà di forme - E.428.209

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