Secondo la leggenda, Ercolano venne fondata da Ercole nel 1243 a.C.; in realtà le origini sono oscure e le fonti antiche parlano di una fondazione nel XII sec. a.C. da parte degli Osci o forse successiva ad opera degli Etruschi. Sicuramente fu abitata dai Greci e dai Sanniti prima di essere conquistata dai Romani nell'89 a.C. La città si trovava su uno strapiombo affacciato al mare e ai piedi del Vesuvio; era delimitata da due torrenti che fornivano anche approdi per le navi. All'epoca dell'eruzione (79 d.C.), la città si estendeva su 20 ettari e aveva circa 4000 abitanti: si trattava quindi di un municipio di dimensioni abbastanza modeste e decisamente più piccola della vicina Pompei. In epoca augustea aveva attraversato un periodo di rinnovamento architettonico, con la costruzione di numerosi edifici pubblici (tra cui templi, basiliche, terme e il teatro), ma al momento dell'eruzione molti edifici erano ancora pericolanti a causa del violento terremoto del 62 d.C.
Dopo l'eruzione, della città si perse la memoria fino al XVIII sec., quando nello scavo di un pozzo emersero i primi ritrovamenti. Inizialmente gli scavi procedettero per cunicoli, ma nell'800 iniziò lo scavo a cielo aperto che venne poi ripreso tra il 1927 e il 1958 e che riportò alla luce la superficie attualmente visibile, pari a circa 4,5 ettari.
Ercolano si presenta oggi più piccola e meno monumentale di Pompei, poiché la parte a cielo aperto comprende solo una piccola parte degli edifici pubblici (sono ancora sepolti il foro, i templi e le basiliche che lo circondavano, pur essendo stati individuati) e include soprattutto case private e botteghe. Proprio per questo, però, restituisce un interessante spaccato della vita quotidiana dell'epoca. Inoltre la colata piroclastica, che ha seppellito gli edifici fino a 16 metri di altezza, ne ha preservato anche i piani alti (generalmente assenti a Pompei dove i tetti sono andati distrutti per il peso delle ceneri accumulatesi) e tracce di stoffe, legno e vegetali, fornendo una testimonianza fondamentale e complementare a quella degli altri siti dell'area vesuviana.